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Liutprand - Associazione Culturale

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Articoli

di Alberto Arecchi

ALCUNI DISEGNI DI OPICINO DE CANISTRIS


Opicino de Canistris (Lomello, 1296-Avignone, 135…) fu un chierico, guelfo, che lasciò parecchi disegni su Pavia, la Lombardia, l’Italia, l’Europa, il Mediterraneo, con immagini geografiche e allegoriche e interpretazioni astrologiche ed esoteriche.

Molti hanno letto citazioni del suo libello “De Laudibus civitatis Papie” e qualcuno ha letto altri riferimenti alla sua opera. Il Codice Palatino Latino 1993 è però poco conosciuto e quasi per nulla studiato e interpretato.

Esso contiene 52 disegni, in cui Opicino disegnò, recto et verso, su 27 pelli di agnello, la propria visione complessiva del mondo. Quasi tutti i pavesi avranno visto alcuni di questi disegni: l’autobiografia dell’autore, disegnata in forma di canestro, con un suo proprio autoritratto,

e la tavola con la visione “a memoria” delle due cattedrali medievali di Pavia.

Delle altre tavole di quel codice, desideriamo in particolare presentarne due, in cui Opicino esplicita chiaramente tutto il proprio risentimento per la patria natale. Riportiamo, di seguito, le due tavole 2r e 3v, con la trascrizione di alcune delle numerose scritte che l’Autore disseminava intorno ai disegni allegorici.

tavola 2r - La Verità, che contiene in sé Adamo ed Eva, Seth, Caino e Abele, un chierico incappucciato.

Scritte:

Hec Europa habens ab oriente Asiam et in meridie Affricam habet in se disciplinare euangelium duplex, videlicet principale leonis in Marco et accessorium bovis in Luca. Ille vero habentes similiter duplex euangelium magistrale ut Asia aquile in Iohanne et Affrica hominis in Matheo, attrahuntur ad nos tam per leonem ab Affrica, quam per bovem ab Asia. Ferocissimus igitur leo attributus lingue Romane domestice ceteras barbaras circumstantes ad domesticam attrahit. Vera autem domesticitas in Europa per fluvium Renum a femore sinistro usque ad renes a barbaris separatur, scilicet a superiori parte renum usque ad Hispanicum caput, deinde per reliquam parte ut Wasconicum collum, Gallicos humeros cum pectore et ventre ac Italicos lumbos cum dextro femore, genu et tibia usque ad Calabrum pedem cum insulis mediterranei maris. Reliqua vero pars barbare Europe a renibus deorsum per femur sinistrum, genu, tibiam, pedem ac vestimenta retrorsum usque ad infimam Constantinopolis fimbriam cum posterioribus insulis ab Hibernia usque ad Cethim secum trahit reliquas totius Asie cum Affrica barbaras nationes ad nostram domesticam fidem. Iam posterioritas vestium et dextra maxilla ad nos trahit infidelium partes. Hec Europa in femineo sexu habens portam propaginis in castella Venetica, cum recepit fidei semen a virili leone, ianua clausa hoc semen transmisit per fluvium Renum usque ad renes, ubi recipitur lingua frendentis. Cum autem misera Lombardia in se susceperit omnem corruptionem totius Europe cum Affrica, soli Papie attribuit illam genitalium partem. Que Lombardia habens nunc similitudinem utriusque, scilicet Europe cum Affrica, a capite Pedemontium usque ad fimbriam circa Parmam, per Ticinum fluvium a renibus eius quasi femineum semen usque ad portam, in duas partes dividitur sicut Europa, ut ab Anglericis renibus per medias laneas vestes usque ad domesticum stipite Parme, deinde usque Bononiam, virilem habeat linguam a partibus aquilonis, reliqua vero pars meridiana labium muliebre. Habens itaque agoniam parturientis intra ventrem pregnantem intre Ior Padi et Dan Ticini quasi in medio ligaminis fetus in utero ad modicum lumen fidei nuntiandum, cum pepererit catulum leonis oculis clausis, eruendum a dextra magni latronis per adiutorium lavacri coniungentis turbidum Ior cum limpido Dan ac in hominem convertendum, illa meretrix vaga in mundam virginem convertetur.

Si gloriatus fuero in scientia Dei super mensuram me accessisse ad cor altum ad omnia misteria perscrutanda, iam sum indicatus in Affrica apparente integra virgine, existente perfida meretrice, exemplo illius monialis carne continentis, lingua loquacis, que post mortem apparuit dimidia intacta et dimidia combusta, ut habetur in IIII° dialogorum Gregorii.

Traduzioni:

"Quest’Europa, che ha ad est l’Asia e a sud l’Africa, ha in sé un doppio Vangelo di disciplina, ossia uno principale del leone, in Marco, e uno accessorio del bue in Luca. Anche le altre però, che hanno similmente un doppio Vangelo d’insegnamento, così l’Asia quello del bue in Giovanni e l’Africa quello dell’uomo in Matteo, sono attratte a noi tanto per il leone dall’Africa, quanto per il bue dall’Asia. E dunque il ferocissimo leone, attributo della patria lingua Romana, attrae alla patria tutte le barbare circostanti. La vera patria in Europa è separata dai barbari per mezzo del fiume Reno dalla gamba sinistra sino ai reni, e poi al di sopra dei reni sino al capo della Spagna, indi per il resto, come il collo Guascone, gli omeri Gallici con petto e il ventre e i lombi Italici col femore destro, il ginocchio e la tibia sino al piede Calabro con le isole del mar mediterraneo. La rimanente parte dell’Europa barbara dai reni in giù per il femore sinistro, il ginocchio, la tibia, il piede e i vestiti e all’indietro sino alla frangia più bassa di Costantinopoli, con le isole posteriori dall’Ibernia (Irlanda) sino a Cethi (?) trae con sé le altre nazioni barbare di tutta l’Asia con l’Africa, alla nostra patria fede. Già i vestiti posteriori e la mascella destra ci conducono dalle parti degli infedeli. Quest’Europa che ha nel proprio sesso di donna la porta (propaginis) nei castelli del Veneto, onde ricevette il seme della fede dal virile leone, e chiusa la porta trasmise questo seme per il fiume Reno sino ai reni, ove s’intende la lingua di chi digrigna i denti. E mentre la misera Lombardia assumeva su di sé ogni corruzione di tutta l’Europa con l’Africa, alla sola Pavia attribuì quella parte dei genitali. Ora la Lombardia presenta una similitudine con entrambe l’Europa e l’Africa, dal capo del Piemonte sino alla frangia presso Parma, e attraverso il fiume Ticino, che scorre come seme di donna dai reni sino alla porta, è divisa in due parti come l’Europa, dai reni di Angera per le vesti intermedie di lana sino allo stipite domestico di Parma, indi sino a Bologna, dalle parti del nord ha una lingua virile, e la restante parte meridionale ha labbra di donna. E così trovandosi l’Agogna nel ventre pregnante della partoriente, tra il Po (Ior) e il Ticino (Dan) (sono i nomi delle due fonti del Giordano), quasi nel mezzo del legame (Liguria?) del feto nell’utero per annunziare il modico lume (Lomello) della fede, quando avrà partorito il cucciolo di leone dagli occhi chiusi, dovrà allontanare il torbido Ior dalla destra del gran ladrone con l’aiuto del lavacro, con la congiunzione col limpido Dan e trasformarlo in uomo, quella meretrice che erra per il mondo sarà convertita in vergine.

Se mi sarò gloriato nella scienza di Dio oltre misura, per esser giunto all’alto cuore di perscrutare ogni mistero, già ho proclamato che nell’Africa, che sembra un’integra vergine ma è perfida meretrice, così come quella monaca che si conteneva nella carne, ma loquace di lingua, che dopo la morte apparve mezza intatta e mezza bruciata, come si legge nel quarto dei dialoghi di Gregorio".

In un altro disegno, Opicino equipara la Lombardia a un pesce:

“Il pesce del ventre dell’Italia (la Lombardia), disegnato nella pianura, circondato da monti tranne ad oriente dove c’è il mare Adriatico da cui sale sulla terra, prima dell’arrivo dei Longobardi era diviso in quattro parti, a nutrimento del popolo dei fedeli. Sul dorso di questo pesce, dalla Marca Trevigiana a oriente lungo la parte settentrionale sino ad occidente dove è la valle d’Aosta, erano tese per catturarlo due reti chiamate Rezia prima e Rezia seconda. La testa del pesce e una parte del corpo sono divise in due parti, cioè la parte maggiore col cervello e una parte del dorso erano chiamate Liguria; la parte minore che comprende l’esca nella bocca del pesce, ora detta Monferrato, con la gola sino a una parte del ventre, è con quella zona collinare, la sola area pianeggiante delle Alpi Cozie, essendo esclusi i monti di quella regione che circondano il pesce. La rimanente parte del suo corpo sino al mare Adriatico è similmente divisa in due parti: cioè la parte maggiore del dorso e del corpo e metà della coda è chiamata Venezia, e la parte rimasta del ventre e l’altra metà della coda è chiamata Emilia. Il ventre dell’Europa con il pesce, tranne la parte finale della coda, è chiamato Lombardia”. (cod. Vat. Lat. 6435, fol. 33v).

tavola 3v - L’Italia settentrionale, con riferimenti allegorici a parti del corpo umano e a frasi dell’Apocalisse, calendari del 1336 (con le feste pavesi) e il mirabile monstrum in stercoraria valle (Pavia).

(è stato marcato in rosso il profilo delle coste italiane, che si sovrappone alle immagini allegoriche e alle scritte).

Riportiamo alcune di tali iscrizioni:

il rivolo del sangue di Cristo, trasformato dal puro vino

ex auro solari deaurate corone - corone dorate d’oro solare

ex effigie aquarii facies hominum - volto degli uomini dalla figura dell’Acquario

ex virgine corrupta capilli mulierum - capelli di donne da Vergine corrotta

ex genere leonis dentes acuti - denti acuti dal genere del Leone

ex ferro Saturni tales lorice - dal ferro di Saturno tali armature

ex semine piscium ale volatilium - ale d’uccelli dal seme dei Pesci

ex genere tauri regis iumentorum cursus equorum in bellum - dal genere del Toro, re dei giumenti, la corsa dei cavalli in guerra

ex genere scorpionis in caudibus aculei - aculei nelle code dal genere dello Scorpione

et senarius pedum - e un corredo di sei piedi

terra di Sodoma e Gomorra

valle di merda

madre d’ogni fornicazione, in cui fornicano tutti i re della terra

quale sarà il seminatore (Saturno) di tale seme, tale sarà il frutto nella messe

Queste sono opere manifeste di iniquità,

altrove sono i giudizi dei cuori e dei reni.

Già è stato giudicato il principato di questa bestia; null’altro rimane se non l’esecuzione del giudice apparente.

Chi potrà combattere con quella bestia? Nessuna resistenza Giulia leonina sotto la prudenza del sole d’oro, ma solo la marzia mansuetudine dell’agnello, che supera Marte di guerra bronzea, che distrusse queste porte bronzee e spezzò sbarre di ferro.

Un leone, ghignante e coronato: è l’emplastrum, il simulacrum, causa peccati, corpus reprobationis. Quel disegno strano, quell’allucinazione appare nei disegni del prete medievale, una specie di leone con sei piedi umani, disegnato proprio su Pavia, al centro della Val Padana. Al di sopra del mostro, campeggia una scritta:

«Ecco il mostro che viene adorato in questa valle di merda».

Ovvie le trasposizioni, per cui nei disegni la laguna veneta diventa un “sesso castrato” e la Corsica un escremento che esce da Genova, definita Genua = Ianua, cioè “porta” d’uscita dei rifiuti organici.

In hac stercoraria valle hoc simulacrum adoratur - In questa valle di merda si adora quest’idolo.

Quest’animale sinora fu sopra gli eletti il vero di Osea, sterminatore sopra i reprobi.

Nessuno resista a questo impiastro dalla gran salubrità imposto da un medico vero e giusto, sinché la peste dell’inguine non sia stata totalmente fugata.

Quest’impiastro, consumata la nostra malattia con salubre ministero, sarà gettato nella merda.

Grazie alla sequela di frasi come queste, di cui il Codice è pieno, la figura di Opicino è stata studiata con attenzione dal mondo della psichiatria.

Lasciamo per ora l’interpretazione di questi disegni alla buona volontà dei lettori!

(Dal corso monografico su Opicino de Canistris, tenuto nel 1996 presso l'Unitre di Pavia)

Pubblicato 09/04/2022 08:08:18