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IL SOTTERRANEO DEL RE
La mappa della Pavia sotterranea, se fosse possibile rilevarla, riserverebbe molte sorprese.
Infatti le ripetute ricostruzioni, nel corso dei secoli, i mutamenti delle unità immobiliari e l’abbandono, in taluni casi, di parti di sotterranei, hanno fatto sì che le cantine dei palazzi e degli isolati del centro conservino spesso, come in un palinsesto, le tracce più “parlanti” della città d’altri tempi: vani e percorsi sotterranei che passano sotto vie e cortili, ma anche vani celati, che possono riservare tesori e sorprese d’ogni tipo.
Fra questi vani sotterranei, dobbiamo annoverare anche parti di lunghi percorsi, che generalmente non si riesce a seguire a lungo, perché o sono franati o sono stati murati.
Alcuni tratti di questi percorsi sotterranei si ritrovano talvolta, durante lavori di ristrutturazione e di recupero dei pianti cantinati, ma vengono talvolta confusi con tratti del mitico complesso di “fognature romane” che percorre il sottosuolo della città. Abbiamo messo l’espressione tra virgolette, sia perché il sistema di cunicoli e condotti sotterranei, più che non una semplice fognatura, era un complesso sistema di drenaggio delle acque risorgive e reflue, sia perché - come nel caso dei drenaggi idraulici eseguiti da San Majolo sotto la’ttuale via Rezia - non tutti quei condotti sono ascrivibili a costruzione dell’età romana; forse fu l’arte eccellente del costruire volte sottoterra che fece impiegare il termine “romano”, così come in architettura si impiega il termine “romanico” per indicare uno stile che rimise in auge il sistema costruttivo delle volte a botte e a crociera.
Riportiamo la traduzione di un brano, scritto nel 1505 dallo storico pavese Giacomo Gualla e riguardante il monastero pavese di San Salvatore:
“Gli illustri re longobardi erano soliti ardere, nelle loro menti rivolte alla religione, della fiamma di una pia devozione. Si dice che nei secoli antichi avessero scavato e costruito una lunga via sotterranea, chiamata “il sotterraneo del Re”, attraverso le mura della città di Pavia, sino ai mausolei regali presso San Salvatore, oggi ormai quasi interamente diroccata e distrutta… Per zelo di amore divino e di culto religioso, avevano scavato un lungo sotterraneo e l’avevano poi cinto con lunghe mura, attraversando le mura urbane, per dirigersi a quella cappella, e ogni notte, quando tutti dormivano, la loro devozione li spingeva a percorrere quel lungo e tenebroso sotterraneo, per recarsi da questo regno terreno a quello celeste, affinché Dio, signore di tutti, li accogliesse infine nella felicità celeste con i prìncipi del cielo”.
(Jacobi Gualle Jureconsulti Papie Sanctuarium, 1505, IV-II)
La chiesa di San Salvatore fu eretta come proprio mausoleo dal re Ariperto o Ariberto I, duca di Asti, fratello della regina Teodolinda (il quale morì nell'anno 661). La costruzione del passaggio sotterraneo potrebbe quindi essere attribuita ad uno dei suoi successori. Dopo Ariberto, a San Salvatore vennero seppelliti i suoi figli Pertarito e Godeperto e i nipoti Cunicperto, (forse Liutperto) e Ariperto II.
In linea retta, la distanza complessiva fra il tracciato delle antiche mura longobarde e il monastero di San Salvatore è di circa un chilometro. Sembra ora che un breve tratto di quel sotterraneo regale esista ancora, presso la chiesa di San Salvatore, sotto l’ex caserma Rossani.