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LA COLOMBA PASQUALE E SAN COLOMBANO
Narra la leggenda che durante un periodo di Quaresima, nell’Alto Medioevo (verso l’anno 610), il monaco irlandese Colombano, con i suoi compagni di preghiera, si trovasse a passare in Nord Italia, nel regno longobardo, proprio a due passi dalla capitale Pavia. Qui i pellegrini vennero ricevuti a corte con tutti gli onori dalla regina Teodolinda e dal marito Agilulfo che, pensando di far cosa gradita, fecero servire al gruppo di religiosi un pranzo sontuoso a base di selvaggina pregiata.
Famiglia Zavattari – Banchetto di Teodolinda – Duomo di Monza.
Anche i sovrani, talvolta, fanno qualche gaffe. In periodo di Quaresima, il devoto Colombano non si sarebbe mai sognato di mangiare carne. Così, per non offendere la sovrana, ma neppure la propria fede, disse di voler benedire il cibo prima di consumarlo. Durante il rito le carni si trasformarono in candide colombe di pane, facendo comprendere alla regina il suo errore, ma permettendo ai monaci di gustare un lauto pranzetto. Pare che da quelle colombe bianche e da questa leggenda avesse origine il dolce che arriva sulle nostre tavole a Pasqua.