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Liutprand - Associazione Culturale

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Articoli

di P. Rodolfo Maiocchi

PAVIA - IL MONASTERO DI SAN CRISTOFORO


Sorgeva un tempo il monastero di San Cristoforo presso l’area ove fu edificato il Castello Visconteo, negli anni tra il 1360 e il 1365.

Volendo Galeazzo II dare al palazzo principesco un giardino conveniente,toccò alle monache di S. Cristoforo la stessa sorte di altre chiese di quei dintorni. Il monastero fu spianato e i Visconti assegnarono alle Cistercensi una casa in Porta Palacense, in parrocchia di S. Nicolò del Verzaro, e precisamente dove si diceva ad curtem illorum de Ayratis. Si tratta degli isolati compresi tra le attuali via Scopoli e via Adeodato Ressi.

I chiostri di pertinenza furono abbattuti poco prima del 1900 (con quasi tutta la casa Flarer) per le nuove costruzioni dello Stabilimento Quirici.

San Cristoforo e i suoi dintorni, nel Catasto Teresiano – sec. XVIII.

Tra il 1500 e il 1510, il monastero fu ampliato, includendo le case e la chiesa di S. Andrea de Ayratis.

Nel 1537, i pavesi attribuirono l’improvviso cessare di un’epidemia di peste all’intercessione di San Cristoforo, al quale si erano raccomandati, e la solennità della festa del monastero, celebrata il 7 gennaio, si accrebbe di molto.

Moltissimi cittadini portavano grosse sporte di pani nella chiesetta per farle benedire e poi conservavano quel pane in casa, come rimedio contro la peste.

Nel 1580, il Cardinale Ippolito de Rossi accrebbe la comunità di San Cristoforo, unendo alla medesima quella delle cappuccine di Santa Franca.

Alla fine del sec. XVII, la chiesa di San Cristoforo era cadente. Nel 1696 si pose mano ai restauri e l'edificio fu rinnovato.

Foto d’epoca del muro posteriore dell'ex complesso di San Cristoforo, verso l’attuale via Volta.

Il Giardini e il Capsoni scrivevano: “Sul terminare della strada di S. Cristoforo (poi chiamata Vicolo dei Goti) alla sinistra parte, prima di volgere nella contrada di Porta Palacense, entravasi in un cortile dove, colla facciata rivolta a ponente, sorgeva la chiesa unita al chiostro. Essa non era molto grande: aveva una sola nave, la cripta o scurolo e tre altari; ed al sinistro lato di essa stava un portico colla porta d’ingresso al monastero, bello nella sua struttura. Entrati nel medesimo, tosto si presentava un giardino quadrilungo, da due parti difeso da un porticato, un braccio del quale portava alla chiesa interiore delle monache, l’altro ad una scala per ascendere all’abitato. Nel mezzo di questo giardino stava un tempietto sostenuto da piccole colonne, nel quale, discendendo per alcuni gradini, si vedeva una fontana limpidissima” (fontana che si conservava sino ad anni recenti nei giardini dell’ex casa Saglio, Uffici tecnici comunali).

L’aspetto attuale del fabbricato eretto in via Volta.

Il monastero cadde sotto le leggi di soppressione nel 1799, fu chiuso e spogliato alla fine di marzo o sul principio di aprile. Poi i fabbricati furono demoliti, o rabberciati servirono da private abitazioni.

Libero adattamento da “Le chiese di Pavia”, Pavia, 1903.

Pubblicato 12/02/2019 08:04:29