Articoli
PAVIA - L'ALBERO DEI GIOCHI LICENZIOSI
Scriveva nel XIV secolo il cronista visconteo Pietro Azario:
"Così Pavia era divenuta un postribolo per le donne di cattivi costumi, che erano moltissime, e per i tantissimi giovani corrotti. Né Dio né i Santi vi erano rispettati. Anzi feste, danze, cantilene e strumenti musicali vi risuonavano dappertutto. Quando, secondo gli antichi costumi, era il momento delle veglie religiose, maschi e femmine si ritrovavano insieme per godere di piaceri carnali.
Ho pensato, a questo proposito, di raccontarvi di un’impresa attuata da un certo giovane, di nome..., per sollazzo, in un prato di Pavia, dove passavano tutti gli abitanti della città e dei dintorni. Fu piantato ed eretto un albero piuttosto grande nel prato di San Martino (1) e il tronco e i rami vennero forati. Nei fori dell’albero furono inserite certe cordicelle, che potevano essere tirate da una fossa nascosta, in modo da far agitare molti falli disposti sull’albero e sui suoi rami, realizzati di diverse forme: uno più grande e lungo dell’altro, e alcuni, pur imitando appropriatamente la forma d’un fallo, erano di misura spropositata.
Così si agitavano sui rami, al cospetto di tutta Pavia (e non solo donne e uomini pavesi, ma persino i cani accorrevano a vederli). Poi quel giovane fece venire diversi (amici) vestiti come donne sposate, vedove e religiose, ognuna con un bastone e un paniere. Si misero a battere a gara i rami dell’albero e a lanciare i loro bastoni, in modo da far cadere i simulacri fallici. Se ne cadeva uno piccolo, veniva riposto mal volentieri nel paniere. Se invece era grande, nasceva fra loro una contesa, e se era enorme arrivavano sino a strapparsi i capelli e i vestiti. Dopo aver così raccolto tutti i falli, nacque addirittura fra loro una disputa di gran lunga esagerata a proposito dello scherno di un fallo dal brutto aspetto.
Udite tali ed altre cose, Fra Jacopo Bussolaro, dell’Ordine di Sant’Agostino, eccellentissimo predicatore, iniziò a predicare del disprezzo del mondo. Alle sue prediche venivano in massa il signor Castellino, in portantina, e Fiorello, con le loro mogli ed amici, e poi molti altri."
(1)Potrebbe essere San Martino Siccomario, ma più probabilmente il Monastero di San Martino, che si trovava nella parte orientale del decumano (presso l'attuale Orto Botanico).
PIETRO AZARIO, Cronaca dei Visconti (1352), trad. ital., ed. Liutprand, 1997.
Un albero simile era raffigurato nella fontana medievale di Massa Marittima.
Sito di riferimento per l'affresco di Massa Marittima