Articoli
ADDIO ALLE PILE DEL PONTE VECCHIO
Si sgretolano i resti dei piloni romani: “Niente soldi”
La situazione peggiora di anno in anno e sono in tanti a tenerla sotto osservazione. Tra questi l'architetto Alberto Arecchi, anima dell'Associazione Culturale Liutprand, che spiega:
«Il primo rilievo della situazione delle due pile romane del ponte vecchio risale al 1968, quando riaffiorarono per la prima volta. Prima si vedevano sotto l’acqua del fiume e diedero origine alla leggenda del re e della regina sepolti nel letto del fiume: la pila centrale era ancora integra, la parte a valle arrotondata verso il basso. Negli ultimi anni però la disintegrazione si è accelerata».
I piloni romani, costruiti con blocchi di trachite dei colli Euganei, erano fissati sino agli anni Cinquanta con zanche metalliche, ma i ragazzini del Dopoguerra rubavano il piombo e lo vendevano ai pescatori come peso per le lenze: i risultati del saccheggio si vedono adesso. Privi di stabilità e in balia di un fiume mutevole, i resti romani rischiano di scomparire inghiottiti dal fiume ad ogni variazione di livello. Cosa fare?
Risponde Areechi: «Il restauro della pila in mezzo al fiume rimane controverso perché, trovandosi in mezzo alla corrente, potrebbe creare problemi alla navigazione. Senza contare che è un lavoro difficile e costoso: bisogna rimettere delle zanche, rimettere a posto dei blocchi da mezza tonnellata l'uno. Il tutto sull'acqua».
Un lavoro probabilmente troppo costoso sia per la Soprintendenza sia per il Comune.
Conferma Rosanina Invernizzi: «La Soprintendenza al momento non ha né un progetto né, di conseguenza, i fondi. Come nel caso della torre civica, si tratta di monumenti che per sopravvivere necessitano di interventi e investimenti, altrimenti scompariranno per sempre».
Conclude Arecchi: «Si sta perdendo un'altra delle tracce residue dei monumenti storici di Pavia e un pezzo di storia del nostro fiume».
Fonte: La Provincia Pavese, 25 febbraio 2009.