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IL CROLLO DEL COSIDDETTO VECCHIO FARO DI MOGADISCIO
Venerdì 5 maggio 2023, siamo stati testimoni di un evento epocale. Il cosiddetto “faro” adiacente al centro storico di Mogadiscio è andato incontro a un parziale crollo. Costruita alla fine del periodo coloniale, tra il 1938 e il 1940, la torre aveva parvenze antiche, tanto da essere nota con il soprannome di “faro portoghese” ed era diventata un’icona della città vecchia di Mogadiscio, attirando i turisti, ma era solo un’immagine caratterizzante della città coloniale, nei piani regolatori dell’epoca. Il suo cedimento solleva preoccupazioni per il destino di altri venerabili edifici nel vecchio città di Mogadiscio, invitandoci a riflettere sulla necessità di preservare il nostro ricco patrimonio culturale. Il deplorevole crollo di questo edificio ha provocato la strage di quattro membri di una famiglia, compresi bambini innocenti, che abitavano il faro. È scoraggiante che questo incidente evitabile abbia provocato una così tragica perdita di vite umane. Durante un'intervista con Universal TV, il padre sopravvissuto racconta la sua storia dell'incidente e descrive gli eventi. Negli ultimi anni, lui e la sua famiglia avevano occupato il faro, di proprietà pubblica, senza alcun intervento da parte delle autorità o della gente del posto. Purtroppo, l'occupazione abusiva e illegale di immobili vuoti è stata un problema dilagante e tuttora in corso nella città vecchia di Mogadiscio sin dal 1991, quando la città cadde in uno stato di anarchia, con l'esilio degli indigeni Banadir, fuggiti dalla città storica a causa della guerra civile. Al loro ritorno, scoprirono che gruppi di nuovi arrivati erano entrati nelle loro case ancestrali, occupandole illegalmente.
Il collasso dello stato aveva provocato molteplici episodi di natura illegale; il comportamento immorale delle persone, e gli edifici dell'antica città, abbandonati dai Banadiri, avevano attirato ospiti indesiderati che coglievano l'opportunità e occupavano le case lasciate vuote.
Alcuni hanno attribuito ciò allo sfollamento e alla povertà, per non parlare della riluttanza del governo nell'affrontare la questione dello sfollamento. Ma nelle dinamiche sociali della società somala, la sovrappopolazione di una città si è intrecciata con varie dinamiche tribali e politiche. Storicamente, Mogadiscio è sempre stata una città contesa da varie tribù rivali, e questo era un modo per sradicare sistematicamente un gruppo di persone e sostituirlo con altri gruppi tribali.
Con l'occupazione abusiva illegale delle proprietà delle famiglie del centro storico urbano, il popolo Banadir ha sofferto molto nel riconquistare le proprie proprietà dalle mani dei nuovi occupanti. Ciò è dovuto alla mancanza di rappresentanza politica, organizzazione e influenza. Nel 2020, un uomo Banadir decise di intraprendere un'azione legale per riconquistare la casa di suo padre. Sebbene fosse dotato di una prova ufficiale di proprietà, il tribunale favorì l'occupante illegale solo per affiliazioni tribali. In altri casi simili, alcune famiglie Banadiri hanno dovuto pagare il triplo del valore a un occupante illegale e alle autorità locali per recuperare le loro case. Il caso più estremo di squatting si è verificato nell'antica moschea di Arba'a Rukun, una delle moschee più antiche non solo in Somalia ma anche in Africa orientale, che era stata occupata da abusivi. Fortunatamente, gli abusivi sono stati rimossi dalla gente del posto, ma i problemi dell’abusivismo rimangono.
Una domanda all'autorità locale
Innumerevoli volte la questione della conservazione archeologica dei siti storici delle città è stata sollevata al ministero della cultura e dell'arte, ma è stata per lungo tempo trascurata. E' evidente che l'ente non ha a cuore il meglio dell'interesse del patrimonio cittadino, prova ne è la condizione di miseria e abitabilità dei due quartieri storici, con le fognature ostruite con vicoli pieni di rifiuti e sporcizia. Occorrerebbe rendere abitabile l'area più antica della capitale e rendere ardua la vita alle tribù minoritarie all'interno dei due distretti, ma il problema non viene affrontato e non se ne parla molto. Non sarebbe sorprendente che diversi politici sfruttino questo incidente per i propri guadagni personali, ma non verrà introdotto alcun provvedimento adeguato a lungo termine né sarà studiata una soluzione praticabile a questo problema.
Una domanda al popolo del Banadir
Con le forti piogge che hanno colpito Mogadiscio all'inizio di maggio, sono apparsi video della storica moschea Jaama'a (Moschea del venerdì) inondata di acqua piovana, un segno della cattiva manutenzione degli antichi edifici dei quartieri di Hamarweyne e Shingani. Gli altri centri storici lungo la costa, come Lamu e le Comore, che affrontano situazioni simili, sono stati capaci di sostenere i loro edifici storici e li hanno inseriti nel patrimonio dell'UNESCO per ottenere un livello minimo di protezione, hanno salvato il loro patrimonio storico e il loro contributo è ben riconosciuto e documentato. È indispensabile che i Banadiri siano gli scrittori e i narratori della propria storia, dovrebbero essere in prima linea nella ricerca di soluzioni per preservare le antiche moschee, le tombe e gli edifici residenziali che sono stati per secoli le dimore dei loro antenati.
Da un intervento di Abdullahi Khasim Awes (scrittore indipendente Banadiri con sede a Watamu, Kenya)