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ANTICHE CERAMICHE RIMOSSE DA ANTICA MOSCHEA DI MOGADISCIO
Lo smantellamento, pezzo per pezzo, di una delle moschee più antiche del mondo. La rimozione di antichi piatti in ceramica dal mihraab della moschea Al Jaama'a nel quartiere di Hamarweyne a Mogadiscio (Somalia). Si tratta di un monumento datato all'anno 1238 (636 AH).
Nel novembre 2021 sono stati rimossi tutti i piatti in ceramica che adornavano la parte superiore del mihraab della moschea di Al Jaama'a. È davvero incredibile come la moschea Al Jaama'a, nel quartiere Hamarweyne di Mogadiscio - con il pretesto di lavori di ristrutturazione - venga continuamente attaccata, modificata, spogliata delle sue decorazioni da individui senza alcuna autorizzazione da parte delle istituzioni governative preposte alla conservazione e al restauro dei e patrimonio storico.
A Mogadiscio, l'assenza di un'istituzione autorevole, ha lasciato il Paese esposto a distruzioni e saccheggi: il patrimonio architettonico e urbanistico della città è stato progressivamente cancellato e il processo di smantellamento purtroppo non è ancora terminato.
Vorrei prima chiarire brevemente qualcosa. Il patrimonio culturale è eredità di una comunità e fonte di identità e dignità. Garantisce la conservazione della memoria storica di un paese o di un'intera civiltà perché è ciò che gli uomini hanno, pezzo per pezzo, costruito e sviluppato nel tempo. Dietro a qualsiasi costruzione antica, a un edificio domestico, a una moschea, a una decorazione sulle porte o su un mihrab di interesse scientifico, c'è la storia di un'epoca, di un talento, di una tradizione e di un modo di concepire la vita. Il patrimonio culturale di un Paese deve essere rigorosamente tutelato dalle istituzioni governative e i privati cittadini non dovrebbero mai e poi mai sognare di mettere le mani su un patrimonio storico senza alcuna autorizzazione governativa. Gli antichi piatti di ceramica nelle moschee e nelle tombe dell'Africa orientale hanno una grande importanza per la storia. Queste opere d'arte aiutano gli studiosi a ricostruire la storia dei contatti commerciali internazionali dell'Africa orientale con paesi molto lontani e spesso servono per datare o confermare la data di costruzione degli edifici. Oggigiorno, gli studiosi danno grande importanza al ruolo delle ceramiche smaltate non solo come indicatori cronologici, ma anche come strumenti utili per comprendere meglio le politiche e i costumi sociali delle comunità della costa dell'Africa orientale.
Come ha sottolineato la studiosa Sandy Prita Meier nella sua opera Chinese Porcelain and Muslim Port Cities: Mercantile Materiality in Coastal East Africa (Association of Art Historians, 2015, p. 709): “La porcellana cinese e mediorientale era il souvenir più desiderabile non solo per il suo grande valore nel mercato antiquario europeo ma anche perché era difficile da ottenere. Non si poteva comprare la porcellana nei negozi o nei mercati, ma bisognava invece trovare intermediari con collegamenti con gente del posto disposta a venderla o con persone disposte a profanare le tombe. In effetti, la domanda europea ha causato una frenesia di saccheggi e oggi poche tombe o moschee hanno ancora i loro ornamenti originali in porcellana. Un osservatore del diciannovesimo secolo osservò con scherno che gli europei lo facevano "con il pretesto che, se non lo fanno loro, lo faranno i discendenti degenerati dei coloni orientali".
Ci auguriamo che le istituzioni governative scoprano i responsabili di questo gravissimo episodio commesso nella moschea di Al Jaama'a e recuperino i piatti, che potrebbero avere un enorme valore storico ed economico anche se non sono ancora stati oggetto di approfondimento.