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DALLA TUNISIA AL PACIFICO
antiche iscrizioni maori in scrittura maura (numidica)Le decifrazioni compiute da Barry Fell nei primi anni ’70 rivelano che le antiche iscrizioni maori formano una cintura da est verso ovest, lunga quasi 30.000 km, dal Nord della Tunisia ad ovest sino alle isole di Pitcairn e di Pasqua ad est, nel Pacifico centrale. Le iscrizioni più antiche sono databili ai sec. III e II a.C., e si trovano in entrambe le estremità di questa cintura. Le origini della forma di scrittura e del linguaggio utilizzati sono nord-africani. Il Nord della Tunisia, con un migliaio o più di tali iscrizioni, deve quindi essere identificato come la madrepatria dei polinesiani.
Il nome latino dei Mori, Mauri, è probabilmente apparentato con il termine polinesiano con cui essi chiamano se stessi e la propria lingua: Maori. Un certo numero di antiche iscrizioni maori è accompagnato da un testo parallelo in caratteri latini, che conferma la loro decifrazione.
Importanti siti con antiche iscrizioni maori, noti nel 1974(in ordine alfabetico)
- Ain el Bern, 1 km da Dougga, Tunisia. Iscrizione danneggiata di otto righe, in caratteri maori quadrati, scoperta nel 1902.
- Ain el Kebch. Stele con iscrizione bilingue punica–maori, scop. 1878, pubbl. Reboud (1879).
- Bordj Zoubia, nella valle della Medjerda, Tunisia, tra Oued Meliz e Henchir Hammam Darradji. Stele del guerriero Weka (ESOP, 9).
- Bulla Regia. Antico nome di Henchir Hammam Darradji.
- Cheribon. Distretto di Giava centrale, con antiche steli maori in scrittura fenicia orientale, del tardo sec. IV d.C., trad. Fell 1973.
- Chemtou. Vedi Oued Meliz, nome attuale.
- Dougga. Nome moderno di Thugga.
- Duvivier. Vecchio nome di Ain–el–Kebch.
- El Bouia. Presso Thugga, Tunisia. Stele di 8 righe.
- El Kef. Anticamente Sicca Veneria, o anche Thullium. Importante centro agricolo sin dai tempi classici, produce grano, olive, miniere di ferro, antiche cave di marmo dell’epoca romana a Chemtou. Anfiteatro intagliato nel fianco sud della collina ed altri resti con una basilica cristiana. Steli bilingui in latino e maori (ESOP 6, 7). Queste iscrizioni hanno fornita la prima prova che l’antica lingua della Tunisia corrispondesse col maori.
- Giava (Java). Colonie maori a Cheribon (v.) e sul monte Lawu (v. Lawu). Le steli maori cessano alla fine del sec. IV d.C. Iscrizioni sia fenicie sia maori, tutte con punteggio delle vocali.
- Hadrumetum. Antico nome di Sousse, in Tunisia, fondata nel sec. IX a.C. dai Fenici, poi soggetta a Cartagine, distrutta dai Vandali nel 434 d.C., ricostruita da Giustiniano. La relazione coi Maori è incerta, mancano le steli.
- Hawaii. Numerosi pittogrammi e per lo più caratteri isolati.
- Henchir Hammam Darradji. V. Bulla Regia e Bordj Zoubia.
- Isola di Pasqua (Rapa–Nui). Vi si trovano tavolette di legno copiate da originali più antichi provenienti dalla Polinesia. Varie iscrizioni, con caratteri neo–punici e quadrati maori della Tunisia. Tutti successivi al sec. IV d.C., risalenti a diversi viaggi, per lo più in lingua Pali.
- Isola di Pitcairn, Pacifico centrale, Polinesia orientale. Sito del tempio sulla cima della falesia, con quattro divinità di pietra che guardavano nelle quattro direzioni. Tutto devastato dai coloni del Bounty, e le statue gettate in mare. Iscrizione egizia con caratteri sillabici maori (lettere quadrate numidiche), combinati con geroglifici egiziani in stile monumentale, trad. Fell (ESOP 1, 1974).
- Jama. Nome moderno di Zama, Tunisia, sito della famosa battaglia.
- Kevale. Provincia di Cheribon, Giava centrale. Stele Maori, senza data, ma da assegnare - secondo Fell - al 385 d.C.
- Kuale. Provincia di Cheribon, Giava centrale. Importante stele Maori in scrittura fenicia, datata Saka 307 (385 d.C.), che tratta della partenza della flotta maori per colonizzare nuove terre, in seguito all’invasione Indù di Giava. Trad. preliminare di Fell, 1973.
- Lawu, monte. Giava orientale, sito della piramide maori di Ra, con associati tempio e sculture. Le iscrizioni comprendono lettere quadrate di stile maori (o numidico) su una stele votiva (ESOP 3, 1974).
- Macassar. Regione meridionale di Sulawesi, vi si trova un alfabeto derivato in parte da quello tunisino, ancora ricordato (benché non più in uso) nel 1815, quando Raffles lo registrò. Steli non conosciute, ma possibili. Manoscritti raccolti da Raffles, tutti distrutti nel disastroso incendio d’una nave che li portava in Inghilterra.
- Maktar, Tunisia. 50 km a SE d'El Kef, antica città in rovine con arco di trionfo del 116 d.C., dodici arcate di acquedotto romano, templi, chiesa cristiana. Importante stele bilingue punica–maori, ora nel Museo del Bardo a Tunisi.
- Oued Meliz, Nord Tunisia. Già chiamata Chemtou, nella valle della Medjerda, 30 km a NNW di El Kef. Centro agricolo sin dai tempi antichi, cave di marmo ai tempi dei Romani, ora abbandonate, miniere di ferro. Stele bilingue di Weka nella zona.
- Rapa Nui, nome maori dell’Isola di Giava.
- Sicca Veneria, Tunisia. V. El Kef.
- Simithu Colonia, Tunisia. V. Oued Meliz.
- Sulawesi o Celebes, v. Macassar.
- Teboursouk (antico nome: Thubursicum Bure), Nord Tunisia, presso Thugga.
- Thugga (Dougga). Città in rovina del Nord della Tunisia, 7 km a SSW di Teboursouk. Tempio e Mausoleo di Massinissa, entrambi con iscrizioni dedicatorie in punico e maori, ca. 200 a.C., archi di trionfo, teatro, acquedotto romano, fortezza bizantina. Il re numida Massinissa è citato in un’iscrizione bilingue, che contiene anche il nome di Annibale (v. nostro articolo).
- Thullium, città della Tunisia, apparentemente la stessa che si chiamava Sicca Veneria. Citata nella stele di Kaiu (ESOP 6).
- Zama, Tunisia, a N di Maktar, sito della battaglia in cui Scipione l’Africano e il re numida Massinissa sconfissero Annibale nel 202 a.C.