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PIATTO UNICO: LA BANANA
Sapevate che esiste un concerto per pianoforte dedicato alla banana? S'intitola Le Bananier e fu composto nell'Ottocento dal pianista Louis Moreau Gottschalk. E sapevate che il Queensland, il secondo stato dell'Australia in ordine di grandezza, è stato soprannominato "Bananaland"? E che all'Esposizione di Filadelfia del 1876 centinaia di americani si misero in coda per assaggiare per la prima volta quel frutto?
Nell'Ottocento, in Europa e negli Stati Uniti, la banana era considerata una ghiottoneria rara, esotica e meravigliosa.
Quando all'inizio dell'Ottocento le prime partite di questi frutti provenienti dall'America Centrale arrivarono negli Stati Uniti, la folla accorsa alle banchine dei porti di New York e di Boston ne rimase incantata.
Oggi è uno dei frutti più amati nel mondo, presente a prezzi ragionevoli su tutti i mercati in ogni stagione dell'anno, e consumato in grandi quantità da quasi tutti i popoli della terra.
Nel 1979 il consumo mondiale è stato di 39 milioni di tonnellate.
Seconda solo al latte come alimento universale, la banana è comune a tutte le civiltà. I russi non ne mangiano molte; solo una a testa l'anno. Americani e canadesi, che consumano circa un terzo delle esportazioni mondiali, ne mangiano ogni anno dieci chili a testa e gli europei occidentali un po' meno; nel 1980 il consumo medio pro-capite in Italia oscillava tra i cinque e i sei chili annui, con un'importazione totale di circa tre milioni di quintali, provenienti soprattutto da Costarica, Colombia, Ecuador e Somalia.
Si tratta comunque di consumi ben poco rilevanti, se paragonati a quelli di paesi come gli Emirati Arabi Uniti, dove gli abitanti ogni anno mangiano 41 chili a testa di banane importate.
Mangiato di solito così com'è, questo frutto viene molto utilizzato anche per la preparazione di insalate e dessert.
A Pechino i banchetti si concludono con un dolce fatto di banane passate in una pastella, fritte leggermente, poi coperte d'uno sciroppo di zucchero e semi di sesamo e immerse in acqua fredda, in modo che la glassa diventi croccante. In alcuni paesi dell'America Latina si serve un budino fatto di una purea di banane e ananas, a cui si aggiungono zucchero e cannella; il tutto si fa cuocere in forno e poi si presenta in tavola accompagnato da un formaggio cremoso. Gli arabi preparano una torta di banane e pasta dolce.
Nell'Africa orientale e occidentale, dove è l'alimento base, non viene solo bollita, ma anche arrostita, stufata e usata per fare budini e minestre. In Uganda, Tanzania e altri paesi se ne ricavano anche birra e liquori.
Considerata il più antico frutto del mondo, la banana risale ai tempi preistorici, a milioni d'anni fa, e pare sia stata citata per la prima volta in alcuni testi buddisti e indiani del 500 a.C. Già nel 327 a.C. Alessandro Magno (grazie al quale la conobbero i greci e i romani) scoprì che la banana veniva coltivata nella valle dell'Indo.
Lo storico romano Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), uno dei primi a scrivere di questa pianta, riferì che i saggi indiani, intenti a discutere di filosofia all'ombra d'un banano, spesso si nutrivano solo del suo frutto.
Nel sec. XVIII questo frutto fu classificato dal botanico Linneo con il nome di Musa sapientium (la musa dei savi), ma "musa" non è nient'altro che il suo nome originale, con cui è conosciuto in India ed in Somalia.
La banana rimase una delizia esclusiva dell'Asia sino al sec. VII, allorché i mercanti arabi la portarono nell'Africa occidentale, dove in seguito prese il nome da parole proprie del luogo: bana, gbana, abana, funana, bunana. Più o meno nello stesso periodo, esploratori e sacerdoti spagnoli e portoghesi portarono la pianta nelle isole Canarie e poi nell'America Centrale e Meridionale. La coltivazione delle banane, tra le più redditizie, divenne la principale fonte di lavoro nei paesi dell' America Centrale e Meridionale, che forniscono i due terzi della produzione mondiale.
Il resto viene per lo più dall'Africa e dall'Asia.
In Itali, a parte alcuni promettenti tentativi in serra, esistono attualmente piccole coltivazioni in Calabria, regione che in teoria, insieme alla Sicilia, potrebbe permetterne la coltura grazie alle elevate temperature estive. I frutti italiani ottenuti finora sono comunque per lo più piccoli e verdognoli, cosicché la coltivazione non sembra per ora conveniente.
Si crede che i cinesi usassero l'estratto di radice di banano, un antichissimo rimedio popolare per curare l'itterizia, il mal di testa e il morbillo. Studi recenti indicano che la banana può anche servire per curare la diarrea e certi disturbi gastrointestinali.
Delicata di sapore, con proprietà antiacide e facilmente digeribile, la banana è di solito l'unico frutto permesso ai malati di ulcera peptica.
Il valore nutritivo della banana è straordinario: ricca di potassio (un importante regolatore dell'attività cardiaca), la banana contiene anche le vitamine A, B e C; una sola banana copre circa un quarto del fabbisogno giornaliero di vitamina C di un bambino ed è anche una buona fonte di niacina, riboflavina e tiamina, componenti del complesso vitaminico B.
La banana, inoltre, ha un basso contenuto di sodio, è assolutamente priva di colesterolo e, quanto allo zucchero naturale, ne contiene il 50 per cento in più della mela.
La banana non ingrassa, contrariamente a quanto si pensa. Una banana lunga 15 centimetri sviluppa circa 85 calorie, non più di un'arancia o di una mela e meno di una porzione di formaggio fresco.
Il banano non è un vero albero (il tronco è formato dalle parti basali delle foglie), ma un'erba gigantesca che può raggiungere i dieci metri d'altezza e si riproduce diversamente da ogni altra specie di pianta.
All'inizio è un germoglio sotterraneo che cresce sul rizoma di un esemplare adulto. Gli asiatici pensano che la pianta sia un dono di Dio agli uomini, perché, lasciata senza cure, si rigenera dai suoi stessi getti, offrendo cibo e riparo a chiunque la trovi.
Per piantarla, i coltivatori su scala industriale tagliano il rizoma in varie porzioni, da cui poi cresceranno i germogli, oppure aspettano che un rizoma germogli per staccarne i getti.
Dopo qualche settimana si sviluppa un grosso fusto, che comincia a crescere verso l'alto. In cima alla pianta compare un'infiorescenza, che poi ricade in una cascata di fiori.
Ogni fiore femminile diventa un frutto.
Ogni gruppo di fiori si trasforma in un grappolo di frutti, comunemente chiamato "mano".
Il "casco" è invece il complesso dei frutti, formato in media da nove mani. Dopo la raccolta dei frutti, la pianta viene tagliata e si procede alla coltivazione di altri esemplari.
A differenza di quasi tutti gli altri frutti, la banana si coglie mentre è ancora verde, e non a maturazione compiuta.
Quando si è formato il casco, i coltivatori lo coprono con un sacco di plastica trasparente che lascia penetrare i raggi del sole, ma protegge i frutti dagli insetti. Una volta che i frutti sono pienamente formati, ma ancora verdi, i caschi vengono tagliati, lavati, divisi in mani e imballati per la spedizione. Quando la vediamo esposta sugli scaffali del fruttivendolo, ancora verde in punta, ma di colore giallo, la banana può durare ancora una settimana circa. Man mano che si completa la maturazione, la buccia gialla si copre di macchioline e poi diventa scura.
La banana si può mangiare sinché anche la sua polpa non annerisce.
In commercio si trovano attualmente più di 100 varietà di banane.
Quelle originarie dell'Asia crescono in tutte le forme e le dimensioni, dalla piccola e dolcissima Señorita alle gigantesche banane selvatiche delle foreste tropicali.
Nei paesi in cui la banana è di casa, non c'è parte della pianta che vada sprecata.
Dopo che il frutto è stato raccolto, il casco, le foglie, i fiori e le radici servono a ricavare farina, aceto, carta, coloranti, combustibile, legno compensato e mangime per animali.
Nelle feste popolari delle Filippine le donne di campagna usano spesso le foglie di banano come ombrelli per ripararsi dal sole.
In Africa, le foglie servono per coprire i tetti delle capanne.
Per questa pianta si scoprono continuamente nuove possibilità d'impiego.
Alla Fondazione scientifica nazionale delle Filippine è stato di recente presentato un ibrido, ottenuto dalla banana e dalla noce di cocco, detto "Bancon", quale possibile soluzione all'eterno problema asiatico della fame.
Nel Sud Africa la banana in polvere è usata come ingrediente negli alimenti per la prima infanzia.